Back

L’Educazione in Natura provocatoria e provocante! (seconda parte)

ALCUNI ESEMPI PRATICI

Per realizzare un giardino interessante e duraturo sicuramente l’ideale sarebbe usufruire, soprattutto inizialmente, di piante rustiche che resistono anche senza particolari attenzioni, che siano economiche, autoctone e, ovviamente, che non siano tossiche o velenose; per tale ragione è necessaria una formazione di base che permetta di orientare al meglio scelta tra le innumerevoli possibilità a nostra disposizione.

Indubbiamente le regine, in questo caso, sono le piante aromatiche perenni e stagionali: Basilico rosso, Basilico a foglia di lattuga, Basilico limone, Coriandolo, Finocchietto, Lavanda, Maggiorana, Menta basilico, Menta limone, Menta piperino, Nepitella, Prezzemolo, Dragoncello, Santoreggia, Menta, Citronella, Erba cipollina, Origano, Timo, Timo limone, Salvia, Alloro, Rosmarino, Rosmarino strisciante… Dunque non necessariamente le più classiche e conosciute, bensì sarebbe meglio sbizzarrirsi e proporre anche le più inusuali così da far riconoscere in natura quelle già conosciute, soprattutto in cucina, ma anche ampliare gli orizzonti con le più particolari, soprattutto per quanto riguarda i profumi, oltre che per l’aspetto e la sensazione al tatto. Nelle piante aromatiche, inoltre, si possono creare dei piccoli mondi (Microcosmi) e fantastiche storie che permettano poi ai bambini e alle bambine di rielaborare ciò che hanno appreso vivendo il fuori, con l’aggiunta dell’immersione sensoriale che amplifica l’esperienza. Da non sottovalutare affatto è l’esperienza con differenti tipologie di mortai e pestelli per poter sprigionare appieno le qualità delle erbe aromatiche, creando pozioni, profumi e riportando in auge antiche tradizioni e rimedi casalinghi che prevedevano proprio l’utilizzo di queste piante eccezionali. 

Un’altra opzione che si presta bene alla creazione di un fuori provocatorio è il Cavolo: cresce nel vaso per quasi tutto l’anno ma si può anche sparpagliare in giro per il giardino, piuttosto che solo nell’orto in fila indiana tra tutti gli altri ortaggi in ordine; inoltre può essere utilizzato per diverse attività sensoriali ed artistiche, quali la realizzazione dei colori naturali. In aggiunta il cavolo offre un’altra occasione molto preziosa per i bambini: lasciargli vivere tutta la sua ciclicità senza coglierlo per vedere poi come si trasforma e come appassisce, permette di entrare in contatto con la realtà del mondo, compresa la sua parte più cruda e crudele che spesso viene nascosta agli occhi dei bambini.

Infine un altro elemento che non dovrebbe mancare in giardino è la Bioarchitettura con i capanni verdi: ossia veri e propri capanni realizzati non con rami e tronchi recisi, bensì con piante verdi poste in modo tale da potersi intrecciare in un groviglio di rami e foglie, creando così un rifugio in grado di accogliere il bisogno di intimità di ogni bambino, soprattutto se il giardino è ampio e spoglio, oltre che prestarsi molto bene ai mille scenari del gioco simbolico.

CONCLUSIONI

In conclusione, questo breve excursus attraverso le ragioni, i bisogni e le necessità del vivere il fuori con entusiasmo e curiosità, ci porta a tenere sempre bene in mente quali siano gli intenti pedagogici che ci spingono ad uscire in giardino.

Innanzitutto il fine non è indirizzare i bambini verso un qualche specifico mestiere riguardante la natura, bensì ampliare orizzonti e gamma di esperienze (soprattutto sensoriali), educare alla varietà e alla differenza, alla scoperta e all’indagine, all’attesa e alla cura, ragionare sulle cause e gli effetti, oltre che rispondere all’esigenza biofiliaca di stare a contatto con la natura e, soprattutto, di acquisire una visione differente della realtà. Infatti per quanto riguarda questo ultimo punto, è necessario permettere ai bambini di scoprire la forma originaria di ciò che generalmente vedono solo nel piatto sottoforma di pasto e comprendere che, la maggior parte delle volte, vi è una grande differenza tra i prodotti comprati al supermercato e quelli coltivati nell’orto.

Altro aspetto indubbiamente fondamentale è la possibilità offerta dal giardino di prestare attenzione e comprendere la ricchezza e l’importanza della diversità, l’esistenza e la convivenza di differenti organismi viventi, oltre a la ciclicità della vita in modo tale da apprezzare anche l’inconsueto, l’indomabile e l’ignoto.

Infine non si può non ricordare l’aspetto culturale: il fuori offre l’occasione di mettere in atto vecchie pratiche e tradizioni contadine (soprattutto se si parla di ricette, rimedi e pozioni) ma anche di riscoprire, attraverso la bioarchitettura, antiche pratiche di costruzione.

In ultima analisi emerge una questione che spesso affligge le educatrici e le insegnanti che hanno più a cuore anche l’incolumità degli abitanti del giardino, oltre che dei bambini, ossia la propensione di questi ultimi a strappare e distruggere soprattutto i fiori, le foglie e le piante in generale. Sono la curiosità, il bisogno di conoscere e di capire la relazione causa effetto (ed anche un po’ di possesso) che portano i bambini a mettere in atto queste azioni spesso anche abbastanza cruente. Dunque è necessario limitare i gesti distruttivi ed esagerati o immotivati, tuttavia senza far scaturire il senso di colpa che dimostrerebbe solo di non aver compreso il bisogno o il perché dell’azione del bambino stesso. Occorre dialogare con i nostri bimbi e fargli comprendere che è sicuramente possibile raccogliere un fiore per ammirarlo e studiarlo meglio o per donarlo a qualcuno, ma questo di certo non giustifica il distruggere l’intero giardino o raccogliere tutti i fiori presenti solo per poi buttarli, cercando di spiegare anche le conseguenze di certi gesti ed azioni immotivate, così da creare anche una cultura ed educazione ambientale rispettosa.

Stefania di Cocco.

(per chi l’avesse persa, qui la prima parte)

Leave A Reply