2. Il diritto a sporcarsi, a giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi, i rametti
- Date 11/07/2021
- Tags albi illustrati, conoscere se stessi, diritti naturali, genitori e figli, Gianfranco Zavalloni, insegnanti, manipolare, natura, outdoor education, recensioni
“Non ti sporcare”, una frase tipica del genitore della società del benessere. Credo che i bimbi e le bimbe abbiano il sacrosanto diritto di giocare con i materiali naturali quali la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, i sassi, i rametti… Quanta gioia nel pastrocchiare con una pozzanghera o in un cumulo di sabbia! Proviamo ad osservare attentamente bimbi e bimbe in alcuni momenti di pausa dai giochi organizzati oppure quando siamo in un boschetto… e scopriremo con quanto interesse riescono a giocare per ore con poche cose trovate per terra. (Gianfranco Zavalloni, 2003)
Sporcarsi…Cruccio di genitori ed educatori. Un monito che echeggia nelle nostre memorie con la voce delle mamme, dei papà, dei nonni, degli insegnanti: “non ti sporcare!” Una ingiunzione che spesso andava a braccetto con l’altro memorabile avvertimento “non sudare!”. E per non sporcarsi e non sudare c’è solo una cosa da fare: stare fermi. Quante volte come genitori, educatori, insegnanti, adulti in genere, chiediamo ai bambini di non muoversi, di stare il più fermi possibile? Per non infastidirci, per non farci affaticare, per non essere disturbati, per darci modo di insegnare loro quello che abbiamo deciso, per evitare qualsiasi pericolo, anche il più banale, per evitare il rischio. Per controllare un bambino bisogna controllare il suo corpo, bloccare i suoi movimenti, reprimere la sua vitalità fisica perché, diciamocelo, spesso per noi adulti è proprio difficile rapportarci con la fisicità dei bambini.
Perché chiediamo ai bambini di non sporcarsi? Ci sono almeno due motivi: da una parte perché temiamo che sporcandosi, giocando con il fango e maneggiando materiali oppure giocando con l’acqua fredda, i bambini si possano infettare, ferire o ammalare.
Per quanto riguarda il problema igienico non ci dilunghiamo, diciamo solo che ormai sono molti gli studi che parlano del vantaggio per la salute dello stare in natura e all’aria aperta, con dei benefici diretti anche sul sistema immunitario. È stato dimostrato che i bambini che vivono in ambienti protetti, sterilizzati, sviluppano più facilmente patologie e allergie. L’esposizione allo sporco, infatti, serve per preparare il sistema immunitario a rispondere alle più comuni malattie dell’infanzia e a prevenire l’insorgere di allergie.
Dall’altra parte il timore è anche quello di dover faticare a ripulire tutto: bambini, vestiti, oggetti, ambienti…Leggevamo tempo fa una bella riflessione di una educatrice di una scuola in natura, parlava in modo schietto anche della fatica, della fatica fisica degli educatori di dover cambiare più volte i vestiti sporchi ai bambini, magari asciugare indumenti e bambini frequentemente durante la giornata, e parlava della fatica e della dedizione dei genitori delle scuole nel bosco che ogni sera si occupano di lavare e sistemare vestiti e attrezzature. Seguire i bisogni dei bambini, aiutarli a crescere, permettergli di sporcarsi: è anche fatica; è la preziosa fatica dell’accudimento, del prendersi cura di loro. La cura che implica doversi occupare anche delle incombenze materiali che stancano fisicamente, ma che sono gesti di amore, sono azioni che permettono libertà, sono azioni silenziose e poco eclatanti, come, ad esempio, lavare i pantaloni zuppi di fango, o portare sempre con sé un cambio di vestiti per permettere al proprio bambino di giocare liberamente.
I bambini si sporcano perchè esplorano con tutti i loro sensi. L’esplorazione e la manipolazione dei materiali sono l’energia vitale che esplode quando la mente, il corpo, le emozioni sono completamente attivi, integrati e presenti ognuno con la sua dignità. Soprattutto se si tratta di materiali naturali, come il fango, la sabbia, i rami, le foglie, che sono molto ricchi dal punto di vista sensoriale e molto stimolanti per creare mondi possibili. Questo è il cuore dell’infanzia. Come dice Monica Guerra, la scuola, così come ogni ambiente di vita, è fatto di materia, cioè di corpi, di edifici, di arredi, dei materiali utilizzati, e ogni materia è “intelligente” perché “favorisce o impedisce azioni e anche pensieri da parte di chi la vive” (Monica Guerra (a cura di), Materie intelligenti. Il ruolo dei materiali non strutturati naturali e artificiali negli apprendimenti di bambine e bambini, edizioni Junior 2017). Dunque, l’utilizzo di materiali il più variegati possibile, la manipolazione e l’esplorazione sensoriale di ogni ambiente con tutto il corpo, fanno sporcare ma sono determinanti per i bambini per costruire il pensiero, il comportamento, le emozioni, le proprie capacità. I bambini sono fatti per “sporcarsi le mani” con il mondo, a conoscerlo con tutto il proprio corpo, e così possono appropriarsene.
Questa consapevolezza ci può aiutare a superare la fatica della pulizia, anche se a volte servono dei compromessi: si può chiedere un patto “…oggi no, non ce la faccio…”, oppure “per favore, in questo momento non possiamo sistemare, quindi ti chiedo di non usare quel materiale. Potremmo giocare con un’altra cosa…”, oppure “prima di rientrare in casa ci togliamo i vestiti infangati”; ai più grandi è bene chiedere di pulire insieme, per sviluppare la loro autonomia e la loro responsabilità, affinchè arrivino a prendersi cura dei propri materiali, dell’ambiente in cui vivono e di se stessi.
Gli educatori e gli insegnanti possono accompagnare i genitori a comprendere quante opportunità hanno i bambini di crescere e imparare esplorando, manipolando, muovendosi e quindi sporcandosi. Per questo vale bene la pena rinunciare ai vestiti sempre puliti da non rovinare e, invece, optare per abiti che facilitino la libertà di crescere.
Conosciamo genitori che quando vedono i propri figli uscire da scuola sporchi e con i vestiti in disordine, ma con un bel sorriso sereno stampato sul viso, dicono allegramente: “Oggi a scuola è andata bene, vero?”, oppure “Oggi hai imparato tanto a scuola, vero?”. Spesso la cartina tornasole di una intensa giornata di crescita è proprio il livello di sporco accumulato! I bambini che escono da scuola lindi e pinti hanno avuto l’opportunità di apprendere esplorando e utilizzando tutti i loro sensi e il loro corpo? (aspetto fondamentale anche per i bambini della scuola Primaria!!!).
Vorremmo aggiungere un’ultima nota importante sulle bambine: troppo spesso, purtroppo, l’aspettativa degli adulti è che siano soprattutto le bambine a non doversi sporcare, a non ritrovarsi in disordine, a rimanere composte e con il bel vestito pulito, mentre per i maschi c’è una maggiore tolleranza rispetto allo sporco, quasi che sia scontato che loro siano più “scalmanati” delle femmine e quindi sia inevitabile vederli sudici e sudati. Ecco, pensiamo che oggi, nel 2021, dobbiamo dire a gran voce che le bambine devono avere il diritto di sporcarsi, di esplorare, manipolare, giocare liberamente, muoversi, correre, saltare, sperimentare, scoprire. Perché questa è la condizione propria dell’infanzia in quanto tale, senza distinzione di genere. Le bambine, e i bambini, hanno diritto a sporcarsi perché hanno diritto all’infanzia.
Dunque, da parte di genitori, nonni, insegnanti, educatori, adulti, il rispetto e l’amore per i bambini si concretizza anche dicendo loro:
Puoi sporcarti. Non ti preoccupare se ti sporchi, esplora e gioca liberamente (poi a sistemare e pulire ci penso io). Io, adulto, accetto la fatica perché scelgo di lasciarti libero nelle tue esplorazioni, perchè so che per te manipolare la sabbia, il fango, l’acqua, buttarti tra l’erba, sono esperienze sensoriali vitali, sono esperienze che fanno esplodere connessioni meravigliose nel tuo cervello perché uniscono tatto, odorato, udito, vista, emozioni, percezioni. Tu vivi intensamente il tuo corpo in ogni momento della giornata, ti tuffi nel mondo con tutto te stesso, con tutta la tua fisicità. Riesci ad imparare solo così, hai bisogno di toccare per conoscere, e di muoverti per scoprire chi sei, ma io spesso me lo dimentico perché sono diventato tutta testa e pensieri. E scelgo di prendermi cura di te anche così, lasciandoti il diritto di sporcarti.
Anche in questo secondo appuntamento con la rubrica I diritti naturali ci lasciamo con le domande utili per accompagnare la quotidianità di noi educatori, genitori, insegnanti, nonni, adulti:
Perché dico ai bambini di non sporcarsi? Quali giochi e materiali penso facciano sporcare? Che ruolo hanno quei giochi e quei materiali nella crescita e nell’apprendimento dei bambini? Cosa penso quando vedo i bambini sporchi? Quali spazi posso dar loro per rispettare il diritto a sporcarsi? È possibile farlo anche a scuola? e a casa?
Bibliografia per gli adulti che non si ricordano perché amavano sporcarsi da bambini, e per i bambini che vogliono divertirsi a spiegare agli adulti come si gioca
- Mud book. Il libro delle torte di fango, di John Cage e Lois Loung, ed Corraini, 2017
Ovviamente nessun bambino al mondo ha bisogno di un manuale per cucinare prelibate torte di fango. Questo albo è consigliato soprattutto agli adulti che vedono il fango come una materia disgustosa e non si accorgono che nasconde la poesia del creare e l’amore per la persone a cui si regala la propria torta.
Un piccolo libro della metà degli anni Cinquanta, creato a quattro mani da un compositore e poeta e da una textile designer. “Con ironia e una veste grafica efficace e attuale, John Cage e Lois Long sintetizzano l’essenza del processo creativo che coinvolge prima di tutto l’atto pratico più libero, ispirando ogni lettore a diventare un cuoco fantasioso (e sporco). D’altronde sono sufficienti un po’ di terra e acqua quanto basta…”
2. Per gli adulti che non si ricordano più di come è bello giocare a contatto con la natura, basta osservare qualche bambino alle prese con l’esplorazione di un ambiente naturale; ma se l’adulto vuole partecipare ai giochi dei bambini si può rinfrescare la memoria anche leggendo la serie di libri di Jo Schofield e Fiona Danks, edizione Editoriale Scienza, utili sia in città che fuori città e in qualsiasi condizione metereologica:
Evviva il maltempo! 70 attività da fare con pioggia, vento e neve, 2013
Natura in città. Tante attività da fare tra cortili e giardini, 2015
Basta un bastone. 70 attività da fare all’aria aperta, 2016
Giochi da spiaggia. Tante attività da fare in riva al mare, al lago, al fiume, 2016
3. Porcheria, di Arthur Geisert, Orecchio Acerbo Editore, 2020
Per gli adulti che hanno bisogno di rincuorarsi: dopo ogni porcheria ritorna la pulizia!
Un silent book con immagine minuziose ricchissime di dettagli. Si apre con il tripudio della sporcizia di un popolo di maiali felici. Ma non facciamoci ingannare dalle apparenze: i maiali, in realtà, sono dei veri e propri “ingegneri del pulito” che hanno messo a punto uno strabiliante ed efficiente congegno lava-sciacqua-asciuga. Il divertimento è assicurato sia quando ci si sporca che quando ci si lava.
4. Lindo Porcello, di Eric Battut, edizioni Bohem, 2010
Per gli adulti che hanno bisogno di ricordare che ogni giornata di gioco è un’avventura piena di scoperte. Un albo cartonato con un racconto corto corto pieno di suoni onomatopeici adatti ai piccolissimi. Il protagonista è un maialino paffutello di nome Lindo che non se ne rimane certo immobile per evitare di sporcarsi, al contrario passa la sua giornata a fare esperienze: mangia, dipinge, gioca con la sabbia, va in bicicletta e si schizza di fango…certo, alla fine è proprio tutto sporco. È il momento di farsi un bel bagno e poi…ricominciare a giocare!!!
Consigliamo vivamente anche il video del libro con la versione in LIS (Lingua Italiana dei Segni) a cura di Radio magica https://www.youtube.com/watch?v=-dCkJ7XmTHQ
5. Io sono foglia, di Angelo Mozzillo e Marianna Balducci, Bacchilega editore, 2020
Per gli adulti che vogliono tuffarsi nel mondo dell’infanzia.
Osservare e manipolare quelle che sembrano banali foglie ingiallite e usare tutto il proprio corpo per diventare come loro. Questa è l’esperienza che ci ha regalato l’illustratrice Marianna Balducci. E, come fanno i bambini, giocando con la natura scopriamo chi siamo, scopriamo le nostre emozioni e stati d’animo e proviamo a dar loro un nome, e nell’albo ci ha donato le sue parole l’autore Angelo Mozzillo. Quando ci si mette in ascolto della natura ci si apre alla scoperta, ce lo suggerisce Marianna stessa sui passi di Bruno Munari: “Complicare è facile, semplificare è difficile” e osservare il mondo (la natura, in particolare) con occhi sempre nuovi è imprescindibile. Dietro agli insegnamenti di Munari cammino lenta e rispettosa, perché “da cosa nasce cosa” e bisogna essere disponibili e puntuali all’appuntamento quando succede. Così, se ci sono rose nell’insalata, sassi che sono anche isole, forchette parlanti, forse ci sono ginnastiche dolci che ci insegnano le foglie o magari danze che non hanno bisogno di coreografia perché le muovono le stagioni e il vento.” (https://mariannabalducci.it/book-io-sono-foglia/)
Vincitore del premio Andersen 2021 come miglior libro 0-6 anni con questa motivazione: “Per la profonda delicatezza con cui gli autori hanno dato vita a un insolito e felice progetto editoriale. Per la precisione e la delicatezza con la quale raccontano gli stati d’animo, spesso confusi e contrastanti, che i piccoli attraversano. Per tavole raffinate e brillanti che coniugano trepida grazia e lieve ironia.”