Dialogo e Ascolto
Quando sento parlare di dialogo mi vengono in mente mille idee, pensieri, teorie. Affiorano però tra questi anche riflessioni sulle situazioni nel quotidiano e, nel mio caso, in ambito educativo.
Quante volte avrei potuto iniziare quella conversazione in modo diverso? Con quali toni e parole ho risposto a domande e osservazioni? Come mi sono posta con i bambini nella costruzione di un dialogo, di un’intesa comunicativa?
Domande che probabilmente si pone ogni persona che comunque si relaziona, ma in ambito educativo assumono un valore maggiore.
Nel dialogo c’è ascolto e l’ascolto è fondamentale per una comunicazione efficace.
Vorrei focalizzarmi su un aspetto specifico:
secondo lo psicologo Thomas Gordon (allievo di Rogers) la comunicazione efficace si realizza in 4 momenti:
- Ascolto passivo
- Messaggi di accoglimento
- Invito ad approfondire
- Ascolto attivo
Cosa si intende dunque per ascolto attivo? Per Thomas Gordon l’ascolto attivo è un processo a due vie, in cui abbiamo sia l’atto dell’ascoltare che una continua comunicazione, restituzione del contenuto dell’ascolto stesso, diretta al proprio interlocutore.
L’ascolto attivo dunque mi sembra proprio la descrizione di un dialogo, o per meglio dire di un buon dialogo.
Ho conosciuto e sperimentato questo approccio in un modo del tutto inaspettato.
Diversi anni fa frequentai un corso per diventare animatrice di centri estivi.
Mi avvicinai a questa realtà convinta che avrei dovuto semplicemente imparare a far divertire i bambini con giochi, laboratori creativi, balli.
Ben presto però entrai in contatto con alcune formatrici che possedevano un bagaglio culturale, umano e professionale che andava ben oltre le semplici tecniche di animazione. Tra le tante discipline e approcci che costituivano questo bagaglio c’era proprio in particolare l’insieme delle tecniche e delle strategie proposte da Rogers e successivamente da Gordon nello specifico per costruire una comunicazione, un dialogo efficace.
Durante il corso e in un secondo momento nell’ambito lavorativo sperimentai l’importanza e il valore di questo approccio sia nel dialogo con i colleghi che con i bambini.
In ogni situazione si faceva in modo che l’autentico ascolto dell’altro fosse la base per un dialogo efficace e costruttivo, prevedendo appunto i passaggi descritti sopra.
Ho sperimentato con i colleghi “riunioni” ricche di spunti di riflessione e di idee da condividere. Con i bambini riuscivo a comprendere tante situazioni che al primo impatto potevano essere facilmente oggetto di fraintendimenti. Avevo imparato a prendermi quel tempo giusto per dare ascolto e per far sì che ci fosse il terreno ideale per iniziare un dialogo costruttivo e aperto.
Bisogna allenarsi a questo, sempre.
Non mi sono più scordata di quel periodo in cui sono entrata concretamente a contatto con questo approccio .
Ho studiato, ho quindi approfondito le tematiche, le teorie.
Ma quelle stesse domande di allora continuano puntuali a ripresentarsi ogni qualvolta si crea la possibilità di instaurare un dialogo.
In sintesi la domanda è: ho ascoltato l’altro per poter dialogare efficacemente?
(Illustrazione tratta dall’albo “Come funziona la maestra”, di Susanna Mattiangeli e Chiara Carrer, Editrice Il Castoro)