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Teatro e Crescita

Non si smette di giocare perchè si invecchia, 

ma si invecchia perchè si smette di giocare.

George Bernard Shaw

“Facciamo che io ero…e tu eri” quante volte queste parole hanno dato inizio  ad alcuni dei momenti più belli della nostra vita, in cui diventavamo re, principesse, cavalieri, orchi, draghi, mostri spaventosi, potenti streghe, sapienti maghi ed altri esseri fantastici che popolavano la nostra fantasia arricchita dal patrimonio delle fiabe ascoltate. 

E mentre davamo vita a questi personaggi durante il gioco simbolico, fuori al parchetto insieme agli altri bambini, oppure nelle nostre camerette,  affrontando coraggiosamente draghi e mostri, armati di un mestolo e protetti da un coperchio sufficientemente grande, stavamo creando nello spazio intorno a noi delle storie meravigliose che fino a quel momento erano rimaste del Regno delle fiabe e della fantasia.

E lo creavamo anche nella nostra mente, in modo congruente razionale e verosimile, per proiettarlo poi nel gioco simbolico in cui le vicende dei personaggi non venivano solo narrate, ma venivano vissute sperimentando le emozioni dei vari personaggi che si presentavano di volta in volta nello svolgersi della storia giocata sia con gli altri bambini sia da soli.

Nel laboratorio teatrale tutto ciò diventa strutturato in un percorso interattivo e di continuo aggiustamento e feed back che va dai bambini all’operatore e viceversa. In questo spazio protetto della finzione si hanno modo di sperimentare situazioni, azioni, reazioni, senza conseguenze nella vita reale, in qualche modo in maniera ancora più protetta che nel gioco. Infatti se nel gioco io sono il re e maltratto il mio suddito cavaliere è possibile che il suddito dica “Io non gioco più, non sono più tuo amichetto”, ma se gioco a essere la strega di Biancaneve e do la mela alla vittima non litigheremo dopo, perchè è la storia che è così, la storia ci contiene.

Oltre che sul piano emotivo il teatro agisce su tantissimi altri livelli, quello logico ad esempio con le consequenzialità delle azioni e la relazione di causa effetto; sul corpo che viene usato in modo espressivo; ma anche nel campo della psicomotricità, non è così facile cavalcare un manico di scopa tenendo in mano uno scudo; sul linguaggio che si arricchisce, sulle relazioni, sul senso del tempo, affina la capacità di ascolto rispetto alla musica, e nel momento in cui si sceglie di mostrare uno spettacolo, il gusto e l’emozione del pubblico. 

Un pubblico, è bene dirlo, che deve essere sempre commisurato nel numero di spettatori all’età dei bambini, così come lo spettacolo, che può andare dalla lezione aperta allo spettacolo vero e proprio passando per tutte le sfumature. Ma prima ancora della lezione aperta c’è la restituzione tramite foto, filmati, disegni. Il processo del laboratorio teatrale è valido in sé. 

E non dimentichiamo che il teatro può essere utilizzato nell’apprendimento di alcune materie scolastiche, come la storia ad esempio, oltre naturalmente all’italiano, inteso appunto come materia.

Per tutto questo è importante per il bambino avere la possibilità di partecipare attivamente a laboratori teatrali che siano studiati, preparati, strutturati a sua misura.

E anche per gli adulti: il teatro dà modo di vivere infinite vite diverse da noi, a maggior ragione diventa strumento di esplorazione del proprio sé interiore.

Per questo noi diciamo che facciamo laboratori teatrali per bambini dai 3 ai 103 anni,  perché a qualunque età entri nel gioco teatrale, quando ti lasci libero di sperimentare, ritorni in quella forma mentale bambina in cui puoi davvero vivere ogni emozione e esplorare modi di essere anche molto lontani da te ma che comunque ti appartengono in quanto essere umano.

Orietta Bernardi.

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