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Parole, parole, parole

Le parole, diceva Nanni Moretti in un film, sono importanti, se parli male pensi male.

Io aggiungo, vivi male. Le parole sono una conquista meravigliosa, ci permettono di condividere idee, emozioni, progetti, sogni; ci permettono di esprimere sfumature, rosa, rosa salmone, rosa pallido, rosa fucsia.. Probabilmente se sei un uomo e stai leggendo qualche sfumatura del colore  sfugge, ma non è dovuto alle parole ma all’esperienza, e comunque il mio è solo uno scherzoso pregiudizio, basta pensare ai pittori e non ha più ragione d’essere!
Ma torniamo alle parole, e alla loro importanza.

Parlare male non è soltanto un problema di numero di vocaboli conosciuti ma anche dell’uso che se ne fa.

“Essere sommersi da un fiume di parole” è un’immagine idiomatica molto valida, chiara. E’ ciò che succede  Titù, il protagonista di questo profondo albo scritto da Claudine Galea, illustrato da Goele Dewanckel, tradotto da Francesca Lazzarato e edito da Orecchio Acerbo.

“Svelto” “Non perdere tempo””Sbrigati” “Mi fai perdere tempo”, sono le frasi che lo investono.

E Titù allora sceglie di non parlare, di non interagire con questo mondo adulto che vive come alieno.

E segue attraverso la finestra dei suoi occhi la vita, e ne diventa partecipe : “ Guardo la neve. Caramelle bianche. Schiuma, panna spalmata sui tetti. Sulla lingua la sento dolce, per un momento. Guardo la terra. Si gonfia, si solleva. Il mio cuore lievita sotto le costole. Guardo il cielo. L’azzurro si fa bianco sotto il sole. Mi siedo ogni mattina sopra il bianco del cielo”.

Titù è in relazione con tutto ciò che accade, e è in relazione anche con le parole che rotolano senza sosta : una relazione di rifiuto.

L’albo rende benissimo graficamente tutto ciò che accade, le parole accatastate, le urla, gli ordini; e parallelamente, o io mi sento di dire piuttosto in uno spazio che lo protegge dall’esuberanza di parole, la vita interiore , ma non divisa dal mondo, di Titù.
I colori, i caratteri, la composizione della pagina , tutto concorre a stimolare emozioni e sensazioni, il testo, poetico anche in senso stretto, scorre ma non scorre via, resta dentro.

Età consigliata: dai 5 ai 99 anni.

Orietta Bernardi e Marcello Muccelli

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