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Il corpo nello spazio scenico.

Oggi vi parleremo del corpo nello spazio scenico.

Il bambino trova nel suo concentrarsi sul movimento corporeo l’espressione e la manifestazione, attraverso di esso, delle sue emozioni e può così comunicarle agli altri.

E questo vale pure per gli adulti.

Infatti quando si apre il sipario, nel 98% dei casi, la prima cosa che fa un attore è portarsi in scena. E quindi deve agire col corpo in uno spazio.

Logico, no?

Bene…e come ci si muove nello spazio scenico?

Ci si muove nel modo più naturale possibile, e per questo buona parte dei primi anni di pratica di ogni attore, sono impegnati in esercizi teatrali come la famosa “Zattera”, o “l’incantatore Birmano”, o “lo specchio” o “la macchina teatrale infernale” e così via, con andature più o meno naturali e /o innaturali per allenare il corpo.
Non a caso Grotowski parla di un impulso a muoversi che nasce addirittura prima che qualsiasi parte del corpo si muova, quindi il muoversi è una serie di impulsi che si manifestano nel corpo trasformandosi in azioni.
Ed Eugenio Barba, suo grande allievo, sviluppa ulteriormente il concetto, portando l’attore con il suo training a esplorare se stesso e le sue motivazioni, iniziando prima con esercizi di gruppo, ma poi via via giungendo a permettere che l’attore diventi egli stesso colui che auto-apprende studiandosi e adattando gli esercizi a se stesso per una sua conoscenza consapevole attraverso “ azioni e reazioni “.

Perciò i nostri piccoli e/o grandi allievi dovranno esercitarsi per un tempo considerevolmente consistente con esercizi di consapevolezza, di fiducia, di movimento, affinché quando saranno sul palcoscenico potranno agire in modo che ogni loro gesto sia funzionale a ciò che stanno narrando, con corpo e parola.
Anche perché la comunicazione è un processo in cui il para verbale (ad esempio: tono, ritmo, intenzione) ed il non verbale (ad esempio: postura del corpo, espressione e gesti) possiedono fra l’85% e il 93% di importanza. Studiosi stimano che il “verbale” cioè le parole, contino solo per una media del 10% circa.

E dopo questa tirata sul movimento e sul corpo, ecco il cortocircuito:

si recita anche senza muoversi!

Ma comeeeee, tutta questa tiritera su corpo ed esercizi e POI si recita pure SENZA muoversi?

E certo: c’è una enorme differenza in scena fra “stare fermi” e “non fare niente “.

Tutti noi conosciamo Edoardo De Filippo.
Bene, se guardate alcune sue commedie, lo potete vedere in attimi in cui è fermo, meditabondo sul palcoscenico, e nonostante non faccia nulla, siete calamitati tutti dalla sua presenza scenica.

Allora parliamo di esercizi corporei di movimento.

Intanto oggi vi spieghiamo uno dei più famosi: la Zattera. 

In uno spazio abbastanza largo, facciamo muovere i bambini al ritmo della musica, dando l’indicazione che il pavimento su cui stanno camminando è una zattera, e quindi il peso dato dalla presenza di loro in movimento deve essere sempre distribuito in equilibrio, altrimenti la zattera si rovescia, se c’è troppo peso da una parte o dall’altra.
Quindi devono cercare di non lasciare spazi vuoti, e questi spazi devono esser all’incirca equidistanti uno dall’altro.

La difficoltà è data sia dalle andature che comunichiamo( 0 lentissimi, 5 camminata normale, 10 camminata veloce) e dallo STOP in cui fermiamo la musica. A questo punto invitiamo i bambini a indicarci, secondo loro, dove sono, se vi sono punti più o meno vuoti, e diventa così un esercizio sulla consapevolezza dello spazio in cui muoversi. Piano piano, esercizio dopo esercizio, tutti collaboreranno a coprire in modo equilibrato tutto lo spazio scenico, e così oltre a conoscere se stessi e le loro capacità, svilupperanno anche il lavoro di gruppo.

Ed ora che aspettate? Tutti a fare gioco teatrale, radunate qualche amico e provate ( noi dopo anni siamo i primi a fare sempre esercizi, non si finisce mai di imparare).

Orietta Bernardi e Marcello Muccelli (maestro Ciambello).

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